La cultura va in cascina

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 Va in particolare – ma sarebbe più giusto dire che già c'era – a Montale Celli, la frazione di Costa Vescovato, dove ha sede la cooperativa Valli Unite. Qui, la giornata del 3 febbraio è stata dedicata a un libro (M. Calegari, "Il valore aggiunto. Le Valli Unite e la ricerca del mondo migliore possibile") che è stato prodotto con le Valli per farsi conoscere da dentro. Contiene infatti un quadro completo della propria poduzione, beni e servizi,  Ma non solo: il libro è anche l'occasione per far conoscere gli aspetti più significativi della propria organizzazione, delle storie dei diversi cooperanti, della continua ricerca di un modo "giusto" di vivere e di produrre.

All'incontro del 3 febbraio hanno partecipato oltre un sessantina di persone, Responsabili o proprietari di altre aziende operanti sulle stesse colline, amministratori pubblici, funzionari di istituzioni pubbliche e private; tutti a titolo personale, amici della cooperativa o comunque interessati al confronto. Tutti interessati a conoscere il "valore aggiunto" prodotto alle Valli.

Semplificato al massimo è stato descritto con la capacità di fare buoni prodotti, di qualità, genuini e, specialmente si fanno rispettando l'ambiente o addirittura migliorandolo. Si produce con attenzione alle risorse, a cominciare dalla terra, l'acqua e l'energia; addirittura incrementandole (ricolonizzazione di terreni abbandonati). Si è anche fatto vedere come, in corrispondenza del loro progetto produttivo della cooperativa che tra poco compirà trent'anni, ci sia stata una ricaduta positiva sul territorio circostante: restauri di edifici, insediamenti di nuove famiglie, nascita di bambini. E oltre a ciò come le Valli abbiano contribuito in modo significativo ad iniziative consortili e a progetti di solidarietà. Le Valli hanno cercato nel tempo di coniugare due realtà che non è stato facile tenere assieme: comunità, cioè luogo di accoglienza, e azienda, produzione di beni capaci di conquistare un loro spazio sul mercato.La giornata del 3 febbraio non è stata organizzata per autocelebrarsi. Al contrario è stata voluta per approfondire nel confronto con altri il significato politico ed economico dell'esperienza fatta per non pensare di rimanere chiusi in se stessi. Le domande rivolte agli intervenuti sono state pressapoco queste: è possibile fare agricoltura  rispondendo positivamente alle richieste che emergono dalla società di oggi a proposito di tutela ambientale, conservazione e valorizzazione delle risorse, accoglienza e solidarietà? E – se la l'esperienza fatta alle Valli viene giudicata positiva in tal senso – quali sono le indicazioni che ne devono trarre le istituzioni che sono preposte al governo del territorio?

Le risposte sono state molte e interessanti. Tutti d'accordo almeno su una cosa: la politica deve rinnovare la propria cultura del territorio perché quella di oggi è inadeguata. Le istituzioni locali devono rischiare e intraprendere decisioni senza pensare al presente, si chiama investimento e lo scopo è creare economia in un’altro modo. Insomma c'è bisogno di cultura. Ecco perchè la discussione continuerà.   

un amico delle Valli

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